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domenica 28 febbraio 2016

Quel romantico nemico invisibile


"Respiriamo l'aria e viviamo aspettando primavera"? Non certo il 54% della popolazione, che secondo le stime sarebbe in qualche modo afflitto dal fenomeno delle allergie primaverili (e non solo).

Al ciclico alternarsi delle stagioni corrisponde il susseguirsi dei diversi periodi di fioritura delle piante. Ecco allora che invisibili nubi di polline si riversano nell'atmosfera, diffondendosi anche a diversi chilometri di distanza dalla sorgente per depositarsi un po' ovunque, anche sulle mucose congiuntivali, nasali e delle vie aeree. Se le persone sono sensibilizzate alle proteine allergeniche liberate dai pollini, reagiscono con caratteristici sintomi clinici, fra cui:

-Congiuntivite allergica: un intenso prurito, lacrimazione e fotofobia, con concomitante iperemia congiuntivale ed edema a carico della congiuntiva palpebrale, spesso associato a rinite

-Rinite allergica, che implica:
a. Starnuti a salve
b. Rinorrea acquosa (ovvero naso che cola)
c. Congestione e prurito nasale: talvolta tale sgradevole sensazione si espande fino a raggiungere il palato, la laringe e gli orecchi. Gli individui allergici possono altresì accusare anosmia (non sentono gli odori) e cefalea frontale dovuta all'edema della mucosa che ostruisce i seni paranasali
d. Esigenza di sputare e sensazione di corpo estraneo in gola

-Asma bronchiale allergico: i sintomi associati sono tosse e dispnea (cioè difficoltà respiratoria).

Le allergie respiratorie possono essere determinate da una vasta gamma di sostanze dette allergeni. Di seguito, ne cito i più ricorrenti.

-Betulacee e corilacee: sono tra le prime piante a fiorire, tra gennaio e inizio aprile; tra di esse vi sono la betulla, il nocciolo e l'ontano.






-Graminacee: la comparsa dei pollini si registra tra aprile e giugno, con un "colpo di coda" verso settembre. Hanno tutte caratteristiche sovrapponibili, tranne l'erba canina, la quale va eventualmente testata singolarmente.


-Parietaria: fiorisce da maggio a luglio, con una ripresa a settembre e ottobre. Ha caratteristiche di allergene perenne in alcune regioni del Sud Italia
-Olivo: il periodo di fioritura è da maggio a giugno. Diffuso sulle coste italiane nonché nella zona del lago di Garda.

-Acari: il Dermatophagoides Pteronyssinus dà origine al più potente allergene che causa l'asma. Si adattano bene alle abitazioni e dimorano soprattutto nei letti e nei tappeti, nutrendosi delle scaglie di pelle umana derivanti dalla fisiologica desquamazione. Le loro feci hanno dimensioni intorno ai 20 millesimi di millimetro e sono quindi suscettibili di essere inalate in profondità dal naso e nei polmoni.


-Epiteli animali: sono fra le prime cause di reazioni allergiche. Perché si scateni il fenomeno non è nemmeno necessaria la presenza dell'animale, in quanto gli allergeni sono presenti nell'aria e nella polvere di casa.

-Muffe: le spore di Cladosporium Herbarum raggiungono valori elevati anche in primavera-estate e la muffa colonizza le sostanze vegetali, in particolare l'erba. Sono rintracciabili anche sulla frutta, negli umidificatori, nei filtri dei condizionatori nonché nelle macchie di umidità sui muri.

Fra i criteri diagnostici  del "male di stagione" si annoverano i seguenti:

-Prevalente comparsa tra gli 8 e i 40 anni
-Anamnesi familiare frequentemente positiva
-Pregresse manifestazioni di eczema atopico (specie in età infantile)
-Stagionalità nell'insorgenza dei sintomi
-Positività ai test cutanei con allergeni pollinici
-Possibile riscontro di eosinofilia ematica
-Rast (ricerca nel sangue degli anticorpi antiallergeni) positivo.

La prima forma di terapia rimane sempre la prevenzione ambientale tramite bonifiche, piccoli accorgimenti giornalieri o misure per l'allontanamento dell'allergene (per gli allergici agli acari si sconsiglia il contatto lavorativo o domestico con ambienti polverosi e si raccomanda l'uso di purificatori d'aria; per gli allergici ai pollini si consiglia di evitare i luoghi aperti nelle stagioni pericolose e soprattutto nelle giornate ventose).

Vediamo ora gli effetti dell'inalazione di allergeni sul meccanismo vocale, e come controllarli.
Le allergie tendono a portare ad edema ed eritema diffuso a carico del rivestimento epiteliale delle pliche vocali nonché della mucosa di rivestimento dell'intero tratto vocale. La propriocezione ne risulta drammaticamente compromessa, ragion per cui giunge difficile controllare la fonazione e la risonanza nel parlato e soprattutto nel canto. Il rigonfiamento delle pliche vocali produce un suono rauco, a volte sovrapponibile percettivamente a quanto si osserva in soggetti affetti da laringite. La congestione delle cavità di risonanza contribuisce a sua volta ad alterare i parametri percettivi del suono, sia all'orecchio dell'ascoltatore che dell'emittente. Nel tentativo di proteggere i tessuti dall'allergene irritante, il corpo produrrà - molto probabilmente - muco dalle caratteristiche più viscose. Tale compromissione dell'apparato pneumofonatorio predispone alle lesioni cordali, in quanto favorisce sforzi eccessivi e compensazioni chiaramente controproducenti.
In base a uno studio di Konig e Wyke, la disfonia nei pazienti con rinite allergica potrebbe essere innescata dall'attivazione di riflessi rino-laringei dovuti a fibre vasomotrici e secretrici di tipo simpatico e parasimpatico presenti nella mucosa laringea e nel muscolo vocale (Konig W.F. and Von Leden H., The peripheral nervous system of the human larynx. II. The thyroarytenoid (vocalis) muscle. Arch Otolaryngol, 1961. 74: p. 153-163. Wyke B., Neurological Mechanisms in spasticity: a brief review of some current concepts. Physiotherapy, 1976. 62(10): p. 316-319).
Stando alla spiegazione di Sant'Ambrogio et al., invece, la disfonia sarebbe da correlare alla presenza di recettori specifici nelle coane nasali i quali, registrando valori di pressione negativa, provocherebbero in via riflessa l'aumento dell'attività del muscolo cricoaritenoideo posteriore (muscolo abduttore delle pliche vocali). (Sant'Ambrogio, G. et al., Laryngeal receptors responding to transmural pressure, airflow and local muscle activity. Respir Physiol, 1983. 54(3): p. 317-330).

Proseguirò ora con l'enumerazione di alcuni rimedi e soluzioni, raccomandando come sempre di evitare l'automedicazione e di rivolgersi sempre ad una personalità medica competente.

-Consultare quanto prima un allergologo: l'individuazione delle cause non è sempre semplice. Un test cutaneo o un esame del sangue positivi possono non essere sufficienti per una diagnosi oggettiva. E' bene avvalersi dell'esperienza di medici specialisti che, sulla base di un'attenta anamnesi, di un accurato esame obiettivo, e talora con test allergologici specifici, possano individuare i fattori responsabili ed impostare la strategia terapeutica più corretta, compresa una spirometria per un'eventuale diagnosi di asma bronchiale.

-Far presente al personale medico di riferimento che hanno a che fare con un professionista della voce: alcuni (oserei dire, molti) dei medicinali prescritti tendono a seccare - anche notevolmente - la laringe e l'intero tratto vocale (cfr la parte finale di questo post).

-Indossa una mascherina: se le reazioni allergiche sono scatenate dal contatto con erba, pollini, polvere e muffe, risulta imperativo indossare una maschera protettiva quando si eseguono attività "a rischio", quali tagliare l'erba, la pulizia della casa, etc.

-Mantenere la propria abitazione ed il proprio domicilio accuratamente puliti, passando regolarmente l'aspirapolvere (ricordate la mascherina!) magari dotato di filtro HEPA.

-Cambiare debitamente i filtri dell'aria (mensilmente, se possibile).

-Usare - se necessario - un umidificatore nei mesi invernali.

-Dormire con il capo elevato: tale posizione migliora il drenaggio dei seni paranasali. La posizione supina della testa, al contrario, favorisce il ristagno del muco all'interno del seno mascellare e nel retro della faringe, andando conseguentemente ad irritare le mucose di rivestimento nonché dando vita ad aree umide che attirano i batteri. Il ristagno di muco al'interno di un seno paranasale predispone altresì all'infezione dello stesso.

-Evitare di starnutire producendo un suono vocale: cercare di produrre, in fase di starnuto, un suono "ch" sordo (ovvero senza vibrazione cordale e conseguente suono udibile) in modo da non traumatizzare la superficie cordale.  

-Bere acqua calda o the alle erbe con limone, per un'efficace azione anticongestionante.

-Se necessario ricorrere (tramite prescrizione medica, preferibilmente, oppure richiedendo medicinali "da banco") a mucolitici.

-Evitare l'assunzione di alcolici: essi sono vasodilatatori e stimolano la produzione di muco, peggiorando la congestione nasale.

-Eseguire quotidianamente dei lavaggi nasali con acqua (termale) o una soluzione salina: per istruzioni su come fare (in inglese): http://www.webmd.com/allergies/ss/slideshow-nasal-irrigation

Un discorso un po' più articolato merita la trattazione della terapia farmacologica normalmente prescritta dagli pneumologi. Essa comprende, di routine, gli antistaminici, i cromoni, gli antileucotrieni, in particolare i cortisonici locali e sistemici, a cui si aggiungono eventualmente i broncodilatatori. La maggioranza di tali rimedi farmacologici ha proprietà seccanti e tende ad ispessire la secrezione mucosa. Tale effetto potrebbe anche essere desiderabile, laddove un utente della voce accusi secrezione mucosa eccessivamente abbondante in seguito a reazione allergica, ma spesso è controproducente e mette in serio rischio l'incolumità degli organi fonatori. E' consigliabile, per chi usa la voce a fini professionali, iniziare (se effettivamente è necessario un trattamento farmacologico) con uno spray corticosteroideo topico nasale: tali rimedi, infatti, riescono spesso a bloccare la reazione allergica con effetti meno seccanti sulla laringe e la faringe, e risultano sicuri e più efficaci degli antistaminici nel controllo dei sintomi. Solo successivamente, in caso di insuccesso o di gravità sintomatica, si può pensare di aggiungere un antistaminico al bisogno, a basse dosi. Se si deve sostenere una performance vocale in orario serale, sarebbe comunque auspicabile che l'eventuale antistaminico fosse assunto il mattino, lontano dall'esecuzione vocale. Sembra che - al vaglio dei benefici e degli effetti collaterali - la Loratadina (nome commerciale: Clarityn) sia uno degli antistaminici migliori per i professionisti della voce. Se dovesse risultare troppo "blando", ve ne sono comunque altri che il medico di fiducia saprà certamente consigliare. Un po' di "sperimentazione" (sempre e solo sotto controllo medico) permetterà verosimilmente di identificare il prodotto migliore per ogni singolo individuo, valutando benefici, effetti collaterali e compatibilità con lo stile di vita e la professione del soggetto. Attenzione alla quantità di pseudoefedrina contenuta negli antistaminici: una concentrazione troppo elevata (120-140 mg) avrà proprietà seccanti eccessive e potrebbe causare persino insonnia, ipertensione e aumento del battito cardiaco. Per coloro che non vogliano fare uso di corticosteroidi, nonostante essi risultino assolutamente sicuri se usati al giusto dosaggio e all'interno di tempistiche ragionevoli (alcuni spray nasali possono provocare effetto rebound se usati eccessivamente a lungo, nonché "dipendenza"), esistono in commercio anche degli spray "naturali" che contengono Capsaicina, i quali risultano sicuri ed efficaci. In casi più preoccupanti, la terapia dell'eziologia allergica può anche prevedere la desensibilizzazione (il vaccino, ovvero l'immunoterapia specifica), che si basa sulla somministrazione di dosi crescenti dell'allergene o degli allergeni coinvolti fino ad indurre una tolleranza clinica dell'organismo verso l'allergene stesso.

Per chi canta o usa la voce per lavoro, l'allergia è un vero e proprio flagello che però, se accuratamente identificato, può essere generalmente tenuto sotto controllo. Le manifestazioni cliniche sono estremamente variabili per gravità e durata. Purtroppo, attendere non serve: quando c'è un'allergia respiratoria, raramente si verifica una risoluzione spontanea dei disturbi. Nella maggior parte dei casi, anzi, il quadro clinico tende alla cronicizzazione o addirittura al peggioramento. Per questo motivo si raccomanda un'esatta e precoce diagnosi a cui faccia seguito un'appropriata terapia.

Per ulteriori informazioni sull'igiene vocale: http://www.dynamicalvoice.com/igiene%20vocale.html