Se consideriamo l’odierna struttura della laringe da
un punto di vista filo- e ontogenetico, dobbiamo concludere che essa è il
risultato dell’evoluzione di uno sfintere respiratorio primitivo, la cui unica
funzione consisteva nel permettere la respirazione e impedire attraverso un
meccanismo di chiusura che corpi estranei entrassero nei polmoni. Tale
funzione, fondamentale per la sopravvivenza, è tutt’ora attiva, e comprende una
catena muscolare che include la muscolatura faringea (come i costrittori), la
lingua, l’epiglottide, il complesso muscolare laringeo, il palato molle, etc.
Col proseguire dell’evoluzione, tuttavia, tale
sistema si differenziò progressivamente in due valvole: una ad alta pressione
(più antica dal punto di vista filogenetico), l’altra a bassa pressione
(acquisita più recentemente nella storia dell'evoluzione). Le cosiddette
“Pliche vocali vere” – così chiamate perché responsabili della produzione del
suono vocale – sono rivolte all’insù e rappresentano la valvola a bassa
pressione; la pressione intrapolmonare collegata alla loro chiusura (viene
diminuita la pressione interna alla gabbia toracica e si stabilizza così il
cingolo scapolare) è necessaria nell’esecuzione di movimenti muscolari con
direzionalità “dall’esterno verso il corpo”, come ad esempio nella trazione di
un oggetto oppure nell’appendersi ad un’estremità e oscillare avanzando a forza
di braccia (che è ciò che facevano i nostri progenitori passando da un albero
all’altro…).
Le “Pliche ventricolari” o “Pliche vocali false”,
invece, con la loro forma rivolta all’ingiù (a forma di cuspide), agiscono come
valvola ad alta pressione, chiudendosi in preparazione ad attività muscolari
con direzionalità “dal corpo verso l’esterno”, quali ad esempio
l’attaccare/colpire, calciare, spingere.. Anche tutte le attività pressorie e/o
espulsive (cfr. la cosiddetta “Fissazione toracica”, che stabilizza il bacino e
sviluppa un'elevata forza che si può "scaricare" attraverso l'uso
degli arti superiori) necessitano di un’alta pressione intrapolmonare per
potersi realizzare efficacemente (ad esempio: tossire, vomitare, partorire…).
La chiusura delle corde false è anche concomitante alla scarica ormonale legata
all'istinto di sopravvivenza denominato "Risposta fight or flight".
Poiché, tuttavia, esse sono oramai troppo deboli per potersi chiudere da sole,
è necessario l’intervento compensatorio della muscolatura della deglutizione,
cosicché nei compiti motori regolati da un’elevata pressione interna sono
rilevabili una serie di tensioni/contrazioni che si estendono fino alla
muscolatura mimica.
Quanto fin’ora descritto non ha nulla a che vedere
con la fonazione, ma rappresenta la funzione biologicamente più importante
della laringe, quella cioè che, assieme alla respirazione, ci mantiene in vita:
la funzione primaria. La funzione primaria si suddivide in una funzione di
protezione (che garantisce che non entrino corpi estranei in trachea e quindi
nei polmoni) e una funzione di regolazione (che permette l’esecuzione delle
diverse attività muscolari). Esiste tuttavia anche una funzione secondaria, la
quale espleta un’attività di coordinazione tra diverse funzioni corporee. Essa
permette l’interplay (la coordinazione) tra laringe e vocal tract per la
produzione di foni vocalici e consonantici (lingua parlata). All’interno di
questa funzione di coordinazione, però, la funzione primaria della laringe
esercita ancora la sua “autorità”: si tratta infatti di un alternarsi continuo
di stati di chiusura e di apertura (cfr. l’articolazione delle consonanti), nel
corso del quale la tendenza alla chiusura (tipica della funzione primaria)
potrebbe innescare meccanismi non funzionali alla comunicazione verbale, quali
la chiusura delle pliche ventricolari o l’attivazione dell’intero meccanismo
della deglutizione. Nella cosiddetta funzione terziaria, al contrario, entrambe
le valvole si sottomettono alle necessità del canto attraverso una particolare
modalità di attivazione neuromuscolare nell’intero corpo. Quando entrambe le
valvole danno luogo a questa nuova “forma”, la chiusura delle pliche vocali
vere è ideale; la compressione mediale efficace; l’epiglottide, la lingua, la
muscolatura faringea ed il palato trasportano le frequenze sonore
riflettendole, anziché smorzarle (cfr. Gisela Rohmert). Il "lavoro
vocale" risulta comodo e sostenibile (e viene spesso considerato
"rilassatezza").
Una delle principali cause della difficoltà nel fare
un uso corretto ed economico dello strumento voce sta proprio nella frequente
innervazione inconscia della funzione primaria e secondaria nel parlato e nel
canto. Il bisogno di protezione, presente in ciascuno di noi a livello sia
corporeo che psicologico, porta all’innervazione non soltanto delle pliche
vere, bensì anche delle pliche ventricolari, le quali sono collegate
all’attivazione di catene muscolari che causano tensioni accessorie. Per la
chiusura raffinata delle pliche vocali vere c’è bisogno della creazione di
bassa pressione interna, la quale si produce normalmente dopo che l’aria in
uscita dai polmoni ha separato le corde vocali e la “valvola” si è
conseguentemente aperta. A quel punto si trova momentaneamente un numero di
molecole aeree maggiore al di sopra delle pliche vocali rispetto alla quantità
al di sotto delle stesse e, di conseguenza, nasce una condizione di bassa
pressione al di sotto della glottide. E’ qui che le corde vere si attivano
nella loro funzione di valvola a bassa pressione e si chiudono (Effetto
Bernoulli) ed è in questa condizione che i muscoli intrinseci delle pliche
vocali vere e lo strato di copertura possono operare nel modo più efficace ed
economico. Ma allora cosa succede quando si forza l’espirazione nel corso della
fonazione? La chiusura delle pliche vere non è più efficace ed economica, viene
attivata l’innervazione delle pliche ventricolari nonché di tutta la
muscolatura compensatoria ad esse collegata. In questo stato, è ancora
possibile ottenere un suono vocale soltanto con un’ipercontrazione della
muscolatura di chiusura, la quale causa una compressione mediale estremamente
rigida che ha come conseguenza un drastico decremento della flessibilità del
muscolo vocale e della mucosa di rivestimento (udibili nel suono). La
comprensione di tali funzioni è fondamentale nell’elaborazione di un piano di
formazione vocale rispettoso della fisiologia dell’organismo e quindi corretto.
Per info sul training vocale su base fisiologica: Dynamical Voice Coaching
Alcune delle informazioni qui riportate sono state rielaborate a partire dagli studi contenuti nel libro "Grundzuege des funktionalen Stimmtrainings", edito da W. Rohmert, Institut fuer Arbeitswissenschaft der Technischen Hochschule, Darmstadt, 1989.
Grazie a Francesca P. per le immagini.