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giovedì 29 dicembre 2016

Evoluzione biologica e tecnica vocale: il viaggio della laringe



Se consideriamo l’odierna struttura della laringe da un punto di vista filo- e ontogenetico, dobbiamo concludere che essa è il risultato dell’evoluzione di uno sfintere respiratorio primitivo, la cui unica funzione consisteva nel permettere la respirazione e impedire attraverso un meccanismo di chiusura che corpi estranei entrassero nei polmoni. Tale funzione, fondamentale per la sopravvivenza, è tutt’ora attiva, e comprende una catena muscolare che include la muscolatura faringea (come i costrittori), la lingua, l’epiglottide, il complesso muscolare laringeo, il palato molle, etc.


Col proseguire dell’evoluzione, tuttavia, tale sistema si differenziò progressivamente in due valvole: una ad alta pressione (più antica dal punto di vista filogenetico), l’altra a bassa pressione (acquisita più recentemente nella storia dell'evoluzione). Le cosiddette “Pliche vocali vere” – così chiamate perché responsabili della produzione del suono vocale – sono rivolte all’insù e rappresentano la valvola a bassa pressione; la pressione intrapolmonare collegata alla loro chiusura (viene diminuita la pressione interna alla gabbia toracica e si stabilizza così il cingolo scapolare) è necessaria nell’esecuzione di movimenti muscolari con direzionalità “dall’esterno verso il corpo”, come ad esempio nella trazione di un oggetto oppure nell’appendersi ad un’estremità e oscillare avanzando a forza di braccia (che è ciò che facevano i nostri progenitori passando da un albero all’altro…).


Le “Pliche ventricolari” o “Pliche vocali false”, invece, con la loro forma rivolta all’ingiù (a forma di cuspide), agiscono come valvola ad alta pressione, chiudendosi in preparazione ad attività muscolari con direzionalità “dal corpo verso l’esterno”, quali ad esempio l’attaccare/colpire, calciare, spingere.. Anche tutte le attività pressorie e/o espulsive (cfr. la cosiddetta “Fissazione toracica”, che stabilizza il bacino e sviluppa un'elevata forza che si può "scaricare" attraverso l'uso degli arti superiori) necessitano di un’alta pressione intrapolmonare per potersi realizzare efficacemente (ad esempio: tossire, vomitare, partorire…). La chiusura delle corde false è anche concomitante alla scarica ormonale legata all'istinto di sopravvivenza denominato "Risposta fight or flight". Poiché, tuttavia, esse sono oramai troppo deboli per potersi chiudere da sole, è necessario l’intervento compensatorio della muscolatura della deglutizione, cosicché nei compiti motori regolati da un’elevata pressione interna sono rilevabili una serie di tensioni/contrazioni che si estendono fino alla muscolatura mimica. 


Quanto fin’ora descritto non ha nulla a che vedere con la fonazione, ma rappresenta la funzione biologicamente più importante della laringe, quella cioè che, assieme alla respirazione, ci mantiene in vita: la funzione primaria. La funzione primaria si suddivide in una funzione di protezione (che garantisce che non entrino corpi estranei in trachea e quindi nei polmoni) e una funzione di regolazione (che permette l’esecuzione delle diverse attività muscolari). Esiste tuttavia anche una funzione secondaria, la quale espleta un’attività di coordinazione tra diverse funzioni corporee. Essa permette l’interplay (la coordinazione) tra laringe e vocal tract per la produzione di foni vocalici e consonantici (lingua parlata). All’interno di questa funzione di coordinazione, però, la funzione primaria della laringe esercita ancora la sua “autorità”: si tratta infatti di un alternarsi continuo di stati di chiusura e di apertura (cfr. l’articolazione delle consonanti), nel corso del quale la tendenza alla chiusura (tipica della funzione primaria) potrebbe innescare meccanismi non funzionali alla comunicazione verbale, quali la chiusura delle pliche ventricolari o l’attivazione dell’intero meccanismo della deglutizione. Nella cosiddetta funzione terziaria, al contrario, entrambe le valvole si sottomettono alle necessità del canto attraverso una particolare modalità di attivazione neuromuscolare nell’intero corpo. Quando entrambe le valvole danno luogo a questa nuova “forma”, la chiusura delle pliche vocali vere è ideale; la compressione mediale efficace; l’epiglottide, la lingua, la muscolatura faringea ed il palato trasportano le frequenze sonore riflettendole, anziché smorzarle (cfr. Gisela Rohmert). Il "lavoro vocale" risulta comodo e sostenibile (e viene spesso considerato "rilassatezza").


Una delle principali cause della difficoltà nel fare un uso corretto ed economico dello strumento voce sta proprio nella frequente innervazione inconscia della funzione primaria e secondaria nel parlato e nel canto. Il bisogno di protezione, presente in ciascuno di noi a livello sia corporeo che psicologico, porta all’innervazione non soltanto delle pliche vere, bensì anche delle pliche ventricolari, le quali sono collegate all’attivazione di catene muscolari che causano tensioni accessorie. Per la chiusura raffinata delle pliche vocali vere c’è bisogno della creazione di bassa pressione interna, la quale si produce normalmente dopo che l’aria in uscita dai polmoni ha separato le corde vocali e la “valvola” si è conseguentemente aperta. A quel punto si trova momentaneamente un numero di molecole aeree maggiore al di sopra delle pliche vocali rispetto alla quantità al di sotto delle stesse e, di conseguenza, nasce una condizione di bassa pressione al di sotto della glottide. E’ qui che le corde vere si attivano nella loro funzione di valvola a bassa pressione e si chiudono (Effetto Bernoulli) ed è in questa condizione che i muscoli intrinseci delle pliche vocali vere e lo strato di copertura possono operare nel modo più efficace ed economico. Ma allora cosa succede quando si forza l’espirazione nel corso della fonazione? La chiusura delle pliche vere non è più efficace ed economica, viene attivata l’innervazione delle pliche ventricolari nonché di tutta la muscolatura compensatoria ad esse collegata. In questo stato, è ancora possibile ottenere un suono vocale soltanto con un’ipercontrazione della muscolatura di chiusura, la quale causa una compressione mediale estremamente rigida che ha come conseguenza un drastico decremento della flessibilità del muscolo vocale e della mucosa di rivestimento (udibili nel suono). La comprensione di tali funzioni è fondamentale nell’elaborazione di un piano di formazione vocale rispettoso della fisiologia dell’organismo e quindi corretto.

Per info sul training vocale su base fisiologica: Dynamical Voice Coaching


Alcune delle informazioni qui riportate sono state rielaborate a partire dagli studi contenuti nel libro "Grundzuege des funktionalen Stimmtrainings", edito da W. Rohmert, Institut fuer Arbeitswissenschaft der Technischen Hochschule, Darmstadt, 1989.

Grazie a Francesca P. per le immagini.