L'efficacia di un
programma di formazione vocale e musicale presuppone l'identificazione di una
serie di obiettivi, eventualmente sottodivisi in micro-obiettivi, che didatta e
studente devono concordare sin dal primo incontro. Bisogna quindi chiarire
quali sono le reali aspirazioni dell'allievo, quali i modelli di riferimento (se presenti), quale
stile vuole approfondire. Per quanto riguarda l'acquisizione della tecnica e lo
studio del canto pop, è fondamentale che si delineino dei programmi specifici e
che non si cada nel tranello di proporre lo stesso progetto formativo applicato
agli aspiranti cantanti d'opera o di Musical Theater. Infatti, alcuni degli
obiettivi tecnici che si pone lo studente di canto classico o di Musical -
abilità spesso associate al "Bel canto" (nell'accezione comune del
termine, non tanto in riferimento al periodo belcantistico) - sono deprecate
all'interno dell'ambito pop. In modo particolare le seguenti destrezze tecniche
sono osannate nel canto lirico e Musical Theater ma guardate con molto sospetto
se non addirittura considerate tabù (in quanto sintomo di voce "troppo
impostata") nel pop:
- Omogeneità timbrica in
tutta l'estensione
-Vibrato naturale e
regolare
- Dizione particolare
(estremamente chiara e stentorea nel Musical Theater, non certo colloquiale
nell'opera)
- Recitazione ed
interpretazione di tipo teatrale
- Gestualità scenica
- Energia spettrale in
zona acuta
Prima di proseguire nella
nostra analisi, vale la pena ricordare che la parola "pop" indica,
originariamente, tutto ciò che è popolare.
Vi sono cantanti, anche in Italia,
che si definiscono "pop" anche se utilizzano un'impostazione di tipo
più classico (anche se non operistico). In questo post utilizziamo il termine
"pop" per riferirci ad una vocalità e una musica più
"commerciale", quella che negli Stati Uniti si inquadra come
"Top 40", tralasciando tutti gli esperimenti di contaminazione
"legit"/"operetta" o pseudo tali, che pur hanno il loro
posto nel panorama musicale contemporaneo.
Vediamo ora uno ad uno
gli elementi sopra elencati e analizziamone la percezione in ambito pop.
- Omogeneità timbrica in tutta l'estensione: non rilevante.
Specialmente negli ultimi anni, la capacità di cambiare spesso e repentinamente
qualità vocale è diventata una delle caratteristiche distintive del genere, e anche
gli artisti italiani se ne sono accorti e hanno fatto loro questo modo di
esprimersi.
-Vibrato naturale e regolare: nell'opera è una costante, ogni nota è
vibrata e l'assenza di vibrato è sinonimo di una voce non formata. Nel Musical
Theater il teatro ha un uso più limitato rispetto alla lirica, ma è comunque
fondamentale. Anche alcuni artisti pop usano il vibrato (ed è mia ferma
opinione che bisogna possederlo), ma si tratta di un vibrato di tipo diverso
rispetto a quello usato negli altri generi. Non è infatti sempre un vibrato
"naturale", bensì costruito (attraverso varie modalità diverse).
Esso, soprattutto, deve essere controllabile: bisogna essere in grado di
inserirlo o rimuoverlo a piacere, e sapere dove e quando utilizzarlo.
-Dizione particolare: il pop mira a riprodurre la quotidianità del
parlato, ogni eccesso articolatorio appare forzato. La pronuncia nel pop tende
ad essere più "casual" (che non significa ipoarticolare) e,
soprattutto, più individualistica. Nei brani anglosassoni uno degli elementi
fondamentali che rendono lo stile vocale personale è l'accento del cantante.
Anche in Italia alcuni artisti hanno costruito il loro stile vocale attraverso
- tra l'altro- una pronuncia particolare, molto individuale, e un accento non
certo "standard".
-Recitazione ed interpretazione di tipo teatrale: nel pop certamente
bisogna interpretare correttamente ciò che si canta, ma non come si farebbe sul
palcoscenico di un teatro. La distinzione tra interpretazione pop e
interpretazione classica/Musical Theater corrisponde alla diversa modalità di
recitazione in teatro e nel cinema: tutto si riduce quando si è nell'obiettivo
della videocamera, non nel senso che "non si fa più niente", ma ci
si affida a elementi più piccoli (quali ad esempio gli occhi e lo sguardo) per
comunicare sensazioni che in teatro dovrebbero venire espresse - per ovvie
ragioni di visibilità - in ben altri modi. La presenza del microfono, nel canto
pop, rende spesso obsoleto un volume vocale imponente: spesso, anzi, risulta
più gradevole e "stilisticamente appropriata" una vocalità
dall'intensità minore, all'interno della quale il diaframma del microfono possa
cogliere delle piccole sbavature o cambi di colore che vengono molte volte
interpretati come coinvolgimento emotivo o timbro originale.
-Gestualità scenica: anche qui si tratta di andare verso il
contenimento. Uno degli obiettivi del cantante pop è quello di riuscire a
mostrare in pubblico qualcosa di intimo (sensazioni, esperienze, storie,
emozioni..). L'intimità è spesso incompatibile con una gestualità di tipo
teatrale (salvo, ovviamente, alcuni casi di elevato impatto drammatico).
-Energia spettrale in zona acuta: un eccesso di brillantezza viene
spesso percepito come una voce troppo impostata e un po' "falsa".
Vale la pena ricordare, inoltre, che si ricorre comunque sempre più spesso alla
compressione e all'equalizzazione in studio di registrazione (anche per rendere
il suono più radiofonico). Il suono commerciale contemporaneo (in passato i
canoni stilistici erano diversi!) dev'essere il più simile possibile
all'eloquio spontaneo; ogni eccesso in direzioni che si allontanino da questo
"standard" può essere artisticamente gradevole e certamente valido,
ma si situa al di fuori della "commercial music".
Ci sono delle abilità
tipiche del pop che l'aspirante cantante deve studiare, allenare e
perfezionare:
-Melismi (altrimenti detti: licks, trills, coloratura pop): si
tratta di variazioni (spesso molto veloci) della melodia a scopo di
abbellimento. Alcuni cantanti pop usano un abbellimento in ogni frase, con
risultati a volte gradevoli e a volte eccessivi. L'aspirante cantante pop deve
studiare ogni abbellimento al rallentatore, nota per nota, e progressivamente
aumentarne la velocità senza perdere la precisione.
-Variazioni ritmiche, frequenziali, intonative: il modo di stare sul
ritmo nel pop (il quale comprende a volte anche una particolare percussività
delle consonanti) è diverso rispetto alla musica classica. Il concetto di
"legato" è mal visto all'esterno dei generi più classici (ivi
compresi alcuni repertori Musical) e una nota presa "da sotto"
(effetto spesso chiamato "note scoop", in riferimento ad un simile
effetto chitarristico) potrebbe essere molto apprezzata in ambito più moderno
(in quanto eredità del blues). L'interruzione della precisione intonativa, ad
esempio alla fine di una nota un po' più lunga, con breve "discesa
frequenziale" (senza esagerare), è molto spesso una caratteristica
presente in moltissimi brani pop, e non è percepita come nota calante.
Coloro che intendano
provare a "sfondare" in ambito pop, devono avere anche ottime
capacità compositive, di arrangiamento e improvvisazione. Chi intenda
registrare anche solo delle cover, infatti, farà bene a puntare alla
personalizzazione (musicale, vocale, caratteriale..) al fine di poter emergere
per quel quid di diverso che potrebbe far scattare la "scintilla" (un
provino con una label, in un talent show, un incontro con un produttore o, semplicemente,
la costruzione di una fan base solida).
Analogamente, l'aspirante "pop
star" dovrà porsi i seguenti quesiti:
-Qual è lo stile che si intende proporre e a quale fascia di mercato si intende puntare?
-Qual è il proprio sound? L'idea che si ha delle proprie
capacità e sonorità è realistica?
-Qual è il proprio look?
-Qual è la propria età (il vincitore nel pop è - volenti o
nolenti - quasi sempre un artista molto giovane).
Gli allievi che cantano
pop hanno quasi sempre degli artisti di riferimento. Non c'è niente di male se
riproducono esattamente ciò che fanno questi ultimi, in quanto impariamo
principalmente per imitazione. L'importante è che tale emulazione, però, non
sia il fine ma casomai il punto di partenza per poi trovare una via
interpretativa e vocale del tutto personale. Nessuno, infatti, vuole ascoltare
un cantante che sia uguale ad un altro già presente sul mercato. Attenzione
pure a ciò che gli allievi tentano di riprodurre: non è assolutamente detto che
il cantante di riferimento sia in grado di realizzare live le stesse prodezze
che si sentono quando si ascoltano le registrazioni. E' sempre una buona idea
cercare versioni live dei brani che si vogliono cantare, anche se l'ambito live
non è effettivamente esente dall'ausilio di alcuni "trucchetti"
(simili alle "click tracks" del Musical Theater) per cui a volte è
veramente difficile stabilire cosa è live e cosa non lo è...
Un ultimo spunto di
riflessione. Molti artisti contemporanei hanno recuperato delle sonorità retrò,
con entusiasmanti risultati. E' fondamentale distinguere "retrò" da
"fuori moda": tutti questi artisti hanno aggiunto un tocco diverso e
personale allo stile ripreso, non hanno semplicemente riproposto qualcosa di
démodé. Altrettanta attenzione dovrebbero fare gli aspiranti cantanti pop che
studiano per diventare tali.
Per concludere, dunque,
credo sia fondamentale ricordare - una volta di più - che gli stili vocali sono
molti e diversi e - nonostante i gusti personali, compresi quelli di chi scrive
- il "Bel canto" e il "Buon canto" non sono gli unici modi
sani di usare la voce.
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