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domenica 20 settembre 2015

Voce commerciale e musica pop: un percorso un po' diverso



L'efficacia di un programma di formazione vocale e musicale presuppone l'identificazione di una serie di obiettivi, eventualmente sottodivisi in micro-obiettivi, che didatta e studente devono concordare sin dal primo incontro. Bisogna quindi chiarire quali sono le reali aspirazioni dell'allievo, quali  i modelli di riferimento (se presenti), quale stile vuole approfondire. Per quanto riguarda l'acquisizione della tecnica e lo studio del canto pop, è fondamentale che si delineino dei programmi specifici e che non si cada nel tranello di proporre lo stesso progetto formativo applicato agli aspiranti cantanti d'opera o di Musical Theater. Infatti, alcuni degli obiettivi tecnici che si pone lo studente di canto classico o di Musical - abilità spesso associate al "Bel canto" (nell'accezione comune del termine, non tanto in riferimento al periodo belcantistico) - sono deprecate all'interno dell'ambito pop. In modo particolare le seguenti destrezze tecniche sono osannate nel canto lirico e Musical Theater ma guardate con molto sospetto se non addirittura considerate tabù (in quanto sintomo di voce "troppo impostata") nel pop:

- Omogeneità timbrica in tutta l'estensione

-Vibrato naturale e regolare

- Dizione particolare (estremamente chiara e stentorea nel Musical Theater, non certo colloquiale nell'opera)

- Recitazione ed interpretazione di tipo teatrale

- Gestualità scenica

- Energia spettrale in zona acuta



Prima di proseguire nella nostra analisi, vale la pena ricordare che la parola "pop" indica, originariamente, tutto ciò che è popolare. 
Vi sono cantanti, anche in Italia, che si definiscono "pop" anche se utilizzano un'impostazione di tipo più classico (anche se non operistico). In questo post utilizziamo il termine "pop" per riferirci ad una vocalità e una musica più "commerciale", quella che negli Stati Uniti si inquadra come "Top 40", tralasciando tutti gli esperimenti di contaminazione "legit"/"operetta" o pseudo tali, che pur hanno il loro posto nel panorama musicale contemporaneo.

Vediamo ora uno ad uno gli elementi sopra elencati e analizziamone la percezione in ambito pop.


- Omogeneità timbrica in tutta l'estensione: non rilevante. Specialmente negli ultimi anni, la capacità di cambiare spesso e repentinamente qualità vocale è diventata una delle caratteristiche distintive del genere, e anche gli artisti italiani se ne sono accorti e hanno fatto loro questo modo di esprimersi.



-Vibrato naturale e regolare: nell'opera è una costante, ogni nota è vibrata e l'assenza di vibrato è sinonimo di una voce non formata. Nel Musical Theater il teatro ha un uso più limitato rispetto alla lirica, ma è comunque fondamentale. Anche alcuni artisti pop usano il vibrato (ed è mia ferma opinione che bisogna possederlo), ma si tratta di un vibrato di tipo diverso rispetto a quello usato negli altri generi. Non è infatti sempre un vibrato "naturale", bensì costruito (attraverso varie modalità diverse). Esso, soprattutto, deve essere controllabile: bisogna essere in grado di inserirlo o rimuoverlo a piacere, e sapere dove e quando utilizzarlo.

-Dizione particolare: il pop mira a riprodurre la quotidianità del parlato, ogni eccesso articolatorio appare forzato. La pronuncia nel pop tende ad essere più "casual" (che non significa ipoarticolare) e, soprattutto, più individualistica. Nei brani anglosassoni uno degli elementi fondamentali che rendono lo stile vocale personale è l'accento del cantante. Anche in Italia alcuni artisti hanno costruito il loro stile vocale attraverso - tra l'altro- una pronuncia particolare, molto individuale, e un accento non certo "standard".





-Recitazione ed interpretazione di tipo teatrale: nel pop certamente bisogna interpretare correttamente ciò che si canta, ma non come si farebbe sul palcoscenico di un teatro. La distinzione tra interpretazione pop e interpretazione classica/Musical Theater corrisponde alla diversa modalità di recitazione in teatro e nel cinema: tutto si riduce quando si è nell'obiettivo della videocamera, non nel senso che "non si fa più niente", ma ci si affida a elementi più piccoli (quali ad esempio gli occhi e lo sguardo) per comunicare sensazioni che in teatro dovrebbero venire espresse - per ovvie ragioni di visibilità - in ben altri modi. La presenza del microfono, nel canto pop, rende spesso obsoleto un volume vocale imponente: spesso, anzi, risulta più gradevole e "stilisticamente appropriata" una vocalità dall'intensità minore, all'interno della quale il diaframma del microfono possa cogliere delle piccole sbavature o cambi di colore che vengono molte volte interpretati come coinvolgimento emotivo o timbro originale.

-Gestualità scenica: anche qui si tratta di andare verso il contenimento. Uno degli obiettivi del cantante pop è quello di riuscire a mostrare in pubblico qualcosa di intimo (sensazioni, esperienze, storie, emozioni..). L'intimità è spesso incompatibile con una gestualità di tipo teatrale (salvo, ovviamente, alcuni casi di elevato impatto drammatico).

-Energia spettrale in zona acuta: un eccesso di brillantezza viene spesso percepito come una voce troppo impostata e un po' "falsa". Vale la pena ricordare, inoltre, che si ricorre comunque sempre più spesso alla compressione e all'equalizzazione in studio di registrazione (anche per rendere il suono più radiofonico). Il suono commerciale contemporaneo (in passato i canoni stilistici erano diversi!) dev'essere il più simile possibile all'eloquio spontaneo; ogni eccesso in direzioni che si allontanino da questo "standard" può essere artisticamente gradevole e certamente valido, ma si situa al di fuori della "commercial music".

Ci sono delle abilità tipiche del pop che l'aspirante cantante deve studiare, allenare e perfezionare:

-Melismi (altrimenti detti: licks, trills, coloratura pop): si tratta di variazioni (spesso molto veloci) della melodia a scopo di abbellimento. Alcuni cantanti pop usano un abbellimento in ogni frase, con risultati a volte gradevoli e a volte eccessivi. L'aspirante cantante pop deve studiare ogni abbellimento al rallentatore, nota per nota, e progressivamente aumentarne la velocità senza perdere la precisione.


-Variazioni ritmiche, frequenziali, intonative: il modo di stare sul ritmo nel pop (il quale comprende a volte anche una particolare percussività delle consonanti) è diverso rispetto alla musica classica. Il concetto di "legato" è mal visto all'esterno dei generi più classici (ivi compresi alcuni repertori Musical) e una nota presa "da sotto" (effetto spesso chiamato "note scoop", in riferimento ad un simile effetto chitarristico) potrebbe essere molto apprezzata in ambito più moderno (in quanto eredità del blues). L'interruzione della precisione intonativa, ad esempio alla fine di una nota un po' più lunga, con breve "discesa frequenziale" (senza esagerare), è molto spesso una caratteristica presente in moltissimi brani pop, e non è percepita come nota calante.


Coloro che intendano provare a "sfondare" in ambito pop, devono avere anche ottime capacità compositive, di arrangiamento e improvvisazione. Chi intenda registrare anche solo delle cover, infatti, farà bene a puntare alla personalizzazione (musicale, vocale, caratteriale..) al fine di poter emergere per quel quid di diverso che potrebbe far scattare la "scintilla" (un provino con una label, in un talent show, un incontro con un produttore o, semplicemente, la costruzione di una fan base solida). 
Analogamente, l'aspirante "pop star" dovrà porsi i seguenti quesiti:

-Qual è lo stile che si intende proporre  e a quale fascia di mercato si intende puntare?

-Qual è il proprio sound? L'idea che si ha delle proprie capacità e sonorità è realistica?

-Qual è il proprio look?

-Qual è la propria età (il vincitore nel pop è - volenti o nolenti - quasi sempre un artista molto giovane).

Gli allievi che cantano pop hanno quasi sempre degli artisti di riferimento. Non c'è niente di male se riproducono esattamente ciò che fanno questi ultimi, in quanto impariamo principalmente per imitazione. L'importante è che tale emulazione, però, non sia il fine ma casomai il punto di partenza per poi trovare una via interpretativa e vocale del tutto personale. Nessuno, infatti, vuole ascoltare un cantante che sia uguale ad un altro già presente sul mercato. Attenzione pure a ciò che gli allievi tentano di riprodurre: non è assolutamente detto che il cantante di riferimento sia in grado di realizzare live le stesse prodezze che si sentono quando si ascoltano le registrazioni. E' sempre una buona idea cercare versioni live dei brani che si vogliono cantare, anche se l'ambito live non è effettivamente esente dall'ausilio di alcuni "trucchetti" (simili alle "click tracks" del Musical Theater) per cui a volte è veramente difficile stabilire cosa è live e cosa non lo è...

Un ultimo spunto di riflessione. Molti artisti contemporanei hanno recuperato delle sonorità retrò, con entusiasmanti risultati. E' fondamentale distinguere "retrò" da "fuori moda": tutti questi artisti hanno aggiunto un tocco diverso e personale allo stile ripreso, non hanno semplicemente riproposto qualcosa di démodé. Altrettanta attenzione dovrebbero fare gli aspiranti cantanti pop che studiano per diventare tali.



Per concludere, dunque, credo sia fondamentale ricordare - una volta di più - che gli stili vocali sono molti e diversi e - nonostante i gusti personali, compresi quelli di chi scrive - il "Bel canto" e il "Buon canto" non sono gli unici modi sani di usare la voce.

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