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martedì 29 settembre 2015

Steroidi per cantanti: il "doping della voce"




Quando sentiamo parlare di "steroidi", la mente corre subito alle immagini dei contest per bodybuilder quali Mister Olympia o l'Arnold Classic, oppure ai modelli (e modelle) dai fisici scolpiti propinati da riviste quali Men's Health o anche dalla stampa che si occupa di gossip e lifestyle. Il "doping" è un argomento sul quale c'è molta disinformazione, con opinioni che vanno dal miraggio della "pillola magica" al terrore dei terribili "sides" (effetti collaterali) che possono portare persino alla morte. Nell'ambiente sportivo si tratta dei cosiddetti "steroidi anabolizzanti", i quali sono spesso assunti illegalmente per via orale o parenterale al fine di aumentare la massa muscolare o la performance sportiva. Non tutti sanno, tuttavia, che anche nel mondo del canto molti fanno uso di steroidi; in questo caso, si tratta dei corticosteroidi, che sono ormoni derivabili da successive degradazioni della catena laterale del colesterolo.

Nel 2007 fece molto scalpore un articolo apparso sulla rivista tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung, il quale riportava testualmente una dichiarazione a riguardo del tenore wagneriano Endrik Wottrich:

<<Darüber redet ja keiner. Dabei ist das Doping in der Musik längst Alltag. Solisten nehmen Betablocker, um ihre Angst in den Griff zu bekommen, einige Tenöre nehmen Cortison, um die Stimme in die Höhe zu schrauben, und Alkohol ist gang und gäbe. Die Angst ist zu einem großen Faktor geworden, so dass fast jedes Mittel recht scheint, um den Erwartungen gerecht zu werden. Das ist für die meisten Sänger der Anfang vom Ende>>. 

Parafrasando: <<Non ne parla nessuno. Tuttavia il doping è diventato la norma ormai da tempo nella musica. I solisti assumono betabloccanti per controllare l'ansia, alcuni tenori prendono cortisonici per migliorare le prestazioni, e l'alcol è all'ordine del giorno. La pressione è così elevata che praticamente ogni mezzo è lecito per risultare all'altezza delle aspettative. Tutto ciò rappresenta, per la maggior parte dei cantanti, l'inizio della fine>>.  





Il Corriere della sera, poco dopo, fece eco all'articolo apparso sulla Frankfurter Allgemeine paragondando il doping nell'opera agli scandali legati all'uso di sostanze proibite nel ciclismo, affermando che "sui palchi della grande lirica ci si droga come sui tornanti dei Tour de France": 

Per cominciare a fare chiarezza, cerchiamo di capire meglio la funzione medica dei corticosteroidi. Essi sono medicinali antinfiammatori molto efficaci se usati nel giusto contesto. Sono in grado di contrastare i cambiamenti timbrici dovuti a edema (o gonfiore) della superficie o del corpo delle pliche vocali, causato da surmenage o malmenage, da alterazioni istologiche quali noduli e polipi, o da comuni infezioni respiratorie con concomitante laringite. Gli effetti dell'assunzione dei corticosteroidi sono generalmente notevoli, il che significa che possono effettivamente "salvare" una performance vocale che non si può in alcun modo rimandare o cancellare  e che - senza l'ausilio chimico - si rivelerebbe certamente un disastro, visto lo stato patologico dello strumento vocale (e ciò rappresenta un rischio che una major discografica non può permettersi...). Corticosteroidi e immunosoppressori quali il prednisone hanno una lunga tradizione d'uso, anche nel trattamento rapido di reazioni allergiche nonché come cura per i pazienti affetti da gravi forme d'asma. Per trattare il gonfiore delle corde vocali possono essere somministrati per os (in pillole) o attraverso un'iniezione intramuscolare. La modalità di somministrazione dipende da quanto tempo si ha a disposizione prima della performance: se questa è prevista dopo almeno sei ore dall'assunzione del farmaco, la modalità preferita è quella per bocca, altrimenti si opta per l'intramuscolare. In rari casi, quando si ha a disposizione meno di un'ora prima della performance professionale, si sceglie persino la somministrazione endovenosa.



Non tutti i corticosteroidi sono uguali: le
proprietà antinfiammatorie di ciascun farmaco sono diverse, come diversa è la risposta dei pazienti ai vari preparati chimici, essendo diversa la farmacodinamica dei vari composti di sintesi. Il desametasone, ad esempio, ha proprietà antinfiammatorie superiori a quelle del prednisone, mentre ha un' azione mineralcorticoide (con ritenzione del sodio e perdita di potassio che può causare ritenzione idrica e ipertensione) inferiore.




Veniamo ora più in dettaglio agli effetti collaterali. Quelli a breve termine comprendono irritabilità, agitazione, disforia, insonnia, aumento dell'appetito, innalzamento della glicemia (molto rischioso per i pazienti diabetici!). Fra quelli a lungo termine si riscontra una distribuzione adiposa anomala (che implica, fra l'altro, un rigonfiamento a livello del viso), perdita di densità ossea (osteoporosi), acne, assottigliamento dello spessore cutaneo con conseguenti smagliature, fino allo sviluppo di una vera e propria Sindrome di Cushing iatrogena. Come già descritto, vi sono rischi cardiovascolari legati ad un aumento della pressione arteriosa, come una maggiore predisposizione ad infezioni anche da patogeni comunemente presenti in ambiente per una riduzione delle difese immunitarie. Di solito tali effetti collaterali si presentano conseguentemente ad un uso continuo prolungato (per mesi) del farmaco a dosaggi medio-alti. Un ulteriore rischio è la necrosi avascolare della testa del femore (in parole povere la perdita di una porzione del bacino), la quale può verificarsi anche in seguito ad un breve periodo di utilizzo.

La maggior parte dei cantanti riferisce una sensazione di pesantezza delle corde vocali dopo aver assunto tali farmaci. Sta di fatto che essi possono essere presi in maniera sicura  quando vengono somministrati per le giuste ragioni e con le dovute condizioni. Possono rendere un cantante in grado di portare a termine una performance che non sarebbe stato possibile concludere senza l'ausilio chimico. L'artista vocale deve però imparare a farne un uso prudente e a minimizzare la durata dell'assunzione, limitandola a una settimana o meno, se possibile. Gli steroidi non rendono la voce invincibile, né eliminano la necessità del riposo vocale. Non fanno altro che permettere al performer di rimandare (di poco!) il riposo di cui avrebbe bisogno, al fine di portare a termine una performance che non può cancellare. Dopo questa, tuttavia, il rest vocale - in alcuni casi seguito anche da terapia logopedica - è un must. E' altresì fondamentale che i cantanti che hanno assunto corticosteroidi seguano alla lettera le indicazioni mediche date loro al fine di evitare i nefasti effetti rebound che rappresentano un rischio a fine trattamento.

Se vengono usati più di una volta all'anno, il rischio di effetti collaterali si innalza drasticamente. A quel punto è imperativo rivolgersi al proprio medico foniatra per identificare con chiarezza il problema soggiacente. I cantanti che presentano patologie vocali (polipi, noduli..) possono sviluppare dipendenza da steroidi, assumendoli regolarmente al fine di diminuire l'edema causato dalla patologia organica stessa nonché dal fatto di cantare con una condizione istologica cordale non sana. Tali individui devono risolvere (forse chirurgicamente) il disordine vocale, invece di "mascherare" il problema con farmaci che si possono rivelare molto dannosi. I performer in tournée tendono anch'essi ad abusare dei corticosteroidi, ottenendone la prescrizione da diversi medici o addirittura procurandoseli in maniera illecita.



Ciò che più mi preme sottolineare, tuttavia, è che l'utilizzo di steroidi non  può e non deve essere un surrogato di un'ottima tecnica vocale. Tecnica significa anche allenamento alla resistenza, ovvero condizionamento muscolare che permetta al vocalist di reggere il "peso" di una tournée, di date a ritmo serrato, magari con un repertorio impegnativo. Una solida base tecnica è imprescindibile per chi fa questo delicato lavoro. Poi, se sopraggiunge una malattia a ridosso di un'esibizione importante, se necessario il medico potrà optare per la somministrazione di farmaci - e ciò non deve far gridare allo scandalo (siamo strumenti umani che si ammalano e non sono sempre al top). Ma la dipendenza e l'abuso farmacologico, nel canto come in ogni altra attività atletica o sportiva, è una triste piaga... ahimé in via di espansione. Concludiamo con una citazione di Enrico Stinchelli, regista d'opera e conduttore radiofonico, tratta dal suo blog dedicato alla musica lirica:

<< Il cortisone viene automaticamente a sopperire le tecniche deficitarie, una sorta di stampella momentanea per sopportare lo stress di una recita importante o di un impegno irrinunciabile. Il cantante finisce per attribuire al cortisone ogni virtù e la sua stessa sopravvivenza artistica: Bentelan, Deflan e altre “meraviglie” del genere , finiscono per diventare come delle caramelline per la gola, un vademecum fisso, recita dopo recita, impegno dopo impegno. E’ un vero suicidio, non solo fisico (danni enormi ai reni, alla circolazione, al cuore…) ma anche vocale, poiché una volta svaniti gli effetti del farmaco incantato sopraggiunge un immediato ipotono cordale, e cantando sull’ipotono si arriva agli edemi, ai noduli, ai polipi>>

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