La voce delle
.....anta: gli effetti della menopausa sulla fonazione e sul canto
Marta entra nel
mio studio con aria decisa, indossando una mise che denota professionalità e un
certo status sociale. La collana, la borsa, il foulard, gli accessori, le
scarpe... tutti i dettagli danno l'idea (o, per dirla con Jung, costruiscono la
"maschera") della donna in carriera, sicura di sé, self-made. Con
tono di voce grave e un pizzico di autocompiacimento, dichiara di voler
lavorare sulla propria voce cantata, non certo per diventare una cantante (un
lavoro già ce l'ha), ma per realizzare un sogno che ha sempre avuto sin da
bambina. Le chiedo di fare dei semplici vocalizzi, e la sua espressione cambia
repentinamente, divenendo cupa e timorosa. La rassicuro dunque, spiegandole che
si tratta di un esercizio diagnostico, finalizzato a capire quali schemi motori
adotta quando usa la voce e quali caratteristiche abbia la stessa. Marta è
abbastanza intonata, ha una personalità
vocale ben precisa e non presenta vizi particolarmente vistosi nella fonazione;
tuttavia, quel timbro così caratteristico, quelle peculiarità acustiche nelle
frequenze più elevate, quella sonorità nei gravi, la presenza di una piccola ma
costante quantità di aria udibile nel suono, portano immediatamente a galla il
suo stato bio-fisiologico-ormonale: Marta ha la tipica "voce da
menopausa".
Nella società
odierna, credo che parlare con una donna che non si conosce (se non si è il suo
ginecologo)di stati ormonali, mestruazioni e menopausa, sia ancora tabù (chi
scrive è un maschio, non so se tra donne sia più semplice.. o se il problema
sia solo mio). Ed è effettivamente difficile tirar fuori l'argomento di punto
in bianco quando si lavora con una cliente o una studentessa per la prima
volta. E' spesso problematico anche per l'allieva stessa parlare della
questione, sia per motivi di censura sociale, sia per riserva personale
(sacrosanta). Molto spesso è cosciente della correlazione tra modifiche
timbriche vocali e declino della fertilità, sa benissimo di non avere più una
voce "da ragazzina", sa forse anche che il coach lo sa, ma non se ne
parla. "The elephant in the room", dicono gli anglofoni. In questo
caso sarebbe ancor più corretta la variante "The pink elephant in the
room".
Alcune donne
entrano in perimenopausa già alla fine della terza decade di vita, anche se la
maggioranza inizierà ad avvertire sintomi intorno ai cinquant'anni. Dal momento
che essa tende ad essere un fenomeno ereditario, è molto probabile che l'età
dell'ingresso sia simile a quella della madre. Vampate di calore, palpitazioni,
sbalzi di umore repentini, irritabilità e irregolarità nelle mestruazioni sono
i segni che possono accompagnare tale periodo di passaggio, dovuti
essenzialmente alle fluttuazioni ormonali. Per le cantanti, programmare le
performance canore in funzione del calendario mestruale potrebbe risultare
estremamente difficile, vista l'irregolarità/imprevedibilità dello stesso.
Durante la
perimenopausa hanno luogo i seguenti cambiamenti istologici e percettivi a
livello laringeo:
-L'epitelio
cordale inizia ad ispessirsi;
-Il fluido
all'interno della lamina propria superficiale si addensa (ciò causa, fra
l'altro, la sensazione di "secchezza");
-Tali
addensamenti e ispessimenti cambieranno la propriocezione corporea: la voce
forse non suonerà ancora diversa acusticamente, ma la sensazione a livello
laringeo sarà probabilmente cambiata rispetto al periodo fertile;
-E' probabile che
la cantante avverta un minore controllo sulla voce e la necessità di maggiore
energia fonatoria (minore efficienza fonatoria nel rapporto tra energia immessa
e output sonoro);
-I tessuti delle
pliche vocali tendono a perdere elasticità e fibre collagene, ragion per cui
l'allungamento risulta più difficoltoso, con conseguente perdita di estensione
in acuto;
Quando inizia la
vera e propria menopausa, ovvero al cessare definitivo delle mestruazioni:
-I livelli di
progesterone scendono a zero, mentre i livelli di androgeni calano del 50% e
contemporaneamente decrementano gli estrogeni;
-La temperatura
corporea e l'umore ritornano abbastanza stabili;
-La voce è
permanentemente più bassa, di solito di 10/15 Hz;
-Il range acuto
diminuisce, e tendono a sparire anche gli armonici superiori allo spettro di
Fourier;
-La secchezza
cordale (ispessimento istologico e del muco) è associata a frequente
"raclage";
-Si assiste
spesso ad una perdita di flessibilità nonché ad una maggiore difficoltà nel
passaggio tra quelli che molti cantanti chiamano "registro di petto"
e "registro di testa" (difficoltà ad assottigliare ed allungare la
plica vocale per incrementare la frequenza vibratoria).
Tali sintomi e
segni si accompagnano poi a quelli legati all'invecchiamento, quali atrofia neuro-muscolare,
bowing cordale bilaterale (miastenia
laringea), instabilità del segnale vocale etc. che saranno però oggetto di
approfondimento in un altro post futuro.
E' importante
ricordare che il cahier de doléances
sopra riportato non rappresenta un destino ineluttabile per tutte le donne. La
risposta individuale ai cambiamenti ormonali è estremamente variata e
variabile, analogamente a quanto accade con l'esperienza mestruale durante il
periodo fertile e la presenza/assenza di SPM e SVPM (Sindrome vocale
pre-mestruale) ad essa eventualmente associate.
Vediamo ora però
cosa si può fare per tentare di evitare o limitare (o, in certi casi,
"curare") gli effetti della menopausa sulla vocalità.
-Non fumare. Il
fumo tende a inibire la produzione di estrogeni e ciò porta a menopausa
anticipata. Ricordo che la riduzione della produzione di estrogeni è associata
ad una maggiore recettività agli
androgeni, in conseguenza della quale la mucosa cordale si ispessisce, perde
tonicità e agilità, la voce diventa più bassa (più "maschile") e
l'epitelio si atrofizza;
-Idratazione:
mantenere il corpo (e la laringe) ben idratati, sia sistemicamente (bere acqua)
che superficialmente (inalazioni, fazzoletto bagnato sotto le narici, curare il
grado di umidità degli ambienti in cui si vive e lavora..). A volte risulta
indicato (per le cantanti e solo sotto controllo medico) l'uso di mucolitici,
che favoriscono la lubrificazione delle pliche vocali;
-Curare l'igiene
dentale e orale (fondamentale per la lubrificazione ottimale laringea);
-Curare
l'alimentazione, assumendo eventualmente integratori di vitamine (soprattutto C
ed E) e minerali (magnesio..), antiossidanti, etc;
-Trattare
appositamente l'eventuale presenza di reflusso gastro-esofageo o
laringo-faringeo (sotto controllo medico e dopo accertata diagnosi);
-Mantenere un
buon livello di fitness generale: eseguire regolarmente esercizio
cardiovascolare e aerobico (nuoto, jogging, camminate, yoga...) aiuta a mantenere
una buona postura, un buon livello di energia e stamina nonché una buona
funzionalità polmonare;
-Terapia ormonale
sostitutiva: sotto stretto controllo di un buon ginecologo, essa può rivelarsi
molto utile per ritardare o arginare i sintomi e minimizzare i cambiamenti
nella vocalità. E' importante - affinché i risultati siano ottimali - stabilire
quale dose di estrogeni sia adatta per ciascun individuo, ragion per cui
sarebbe auspicabile far analizzare i picchi ematici di estrogeni e progesterone
a metà del ciclo prima dell'esordio della pre-menopausa. L'età ideale per
questa misurazione si situa tra la fine della seconda e l'inizio della terza
decade di vita;
-Controllare i
valori degli ormoni tiroidei e, in caso di anormalità, normalizzarli (sempre
sotto la guida di un endocrinologo);
-Alcune cantanti
potrebbero beneficiare di trattamenti per l'artrosi (antiinfiammatori o
corticosteroidi iniettati nell'articolazione cricoaritenoidea) o
dell'inserimento di materiali biocompatibili nelle pliche vocali, se soggette a
bowing;
-Un training
vocale costante e regolare, sotto la guida di un esperto istruttore o coach,
nonché la pratica del canto quotidiana (con buona tecnica) manterranno la voce
parlata e cantata più agili e più forti più a lungo. Il riposo vocale
prolungato, come in altri casi, è controproducente in quanto porta ad atrofia e
rigidità;
Una nota per gli
insegnanti: la frustrazione emotiva a cui sono soggette le donne in
perimenopausa e in menopausa, specie se vocalist, può essere veramente
straordinaria. L'instabilità fisiologica dovuta a condizioni istologiche e
muscolari alterate si somma alla crisi psicologica legata al non riconoscere
più la propria identità vocale, nonché al non riuscire più a fare ciò che si
faceva prima. Queste allieve vanno incoraggiate, sostenute, e va riconosciuto e
lodato il loro coraggio e la determinazione che dimostrano nell'intraprendere
un percorso di (ri)scoperta del loro strumento che - con appropriati
accorgimenti - può rimanere agile ed espressivo a lungo.
Marta (nome
ovviamente di fantasia), e come lei molte altre allieve, ha lavorato
sull'agilità cordale, sulla mobilità laringea, sullo sviluppo di un'onda mucosa
regolare e simmetrica, sulla "pulizia" del suono, sulla tonicità dei
muscoli fonatori e articolatori. Ha lavorato sulla voce parlata - prima ancora
che sul canto - e ha adottato uno stile di vita e di alimentazione che le ha
permesso di acquisire un invidiabile fitness vocale. Non ha certo la voce di
una ragazzina, ma ha una vocalità artistica che rende giustizia a ciò che il
suo cuore le suggerisce di comunicare attraverso la sua favella. Il suo cuore è
in armonia con la sua voce, e questa è forse la cosa più importante.
Per maggiori
informazioni sull'igiene vocale visita la mia pagina web cliccando qui.
Non so, se Lo Forese può cantare sopra il Do4 a più di novant'anni, ci sarà speranza anche per una donna in menopausa ;).
RispondiEliminaCerto! Come si dice nell'articolo, non è un destino ineluttabile per tutte ;)
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